26 Marzo 2025 - Incontro con Giovanni Chinnici
Giovanni Chinnici è avvocato e dopo aver diretto l'ufficio legale di una banca nazionale, nel 2012 ha fondato il proprio studio legale. Si occupa prevalentemente di diritto bancario, commerciale e della crisi d'impresa.
È specializzato nella tutela dei terzi nelle misure di prevenzione, è amministratore di aziende confiscate alla mafia e coadiutore dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata.
Nel 2023 è stato pubblicato il libro "Trecento giorni di sole - La vita di mio padre Rocco, un giudice scomodo" Ed. Mondadori
----Rocco Chinnici entrò in Magistratura nel 1952 con destinazione al Tribunale di Trapani.
Fu pretore a Partanna per dodici anni, dal 1954.
Nel maggio del 1966 venne trasferito a Palermo, presso l'Ufficio Istruzione del Tribunale, come giudice istruttore. Nel novembre 1979, già magistrato di Cassazione, venne promosso Consigliere Istruttore presso il Tribunale di Palermo.
Il primo grande processo alla mafia, il cosiddetto maxi processo di Palermo, fu il risultato del lavoro istruttorio svolto da Chinnici, tra l'altro considerato il padre del Pool antimafia, che compose chiamando accanto a sé magistrati come Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Leonardo Guarnotta e Giuseppe Di Lello.
Venne ucciso il 29 luglio 1983 con una Fiat 127 imbottita di esplosivo davanti alla sua abitazione, in via Pipitone Federico a Palermo, all'età di 58 anni.
Accanto al suo corpo giacevano altre tre vittime raggiunte in pieno dall'esplosione: il maresciallo dei carabinieri Mario Trapassi, l'appuntato Salvatore Bartolotta, componenti della scorta del magistrato, e il portiere dello stabile di via Pipitone, Federico Stefano Li Sacchi. Unico sopravvissuto l'autista, Giovanni Paparcuri.
Chinnici

