Giulio Ciampini

Poche sono le notizie relative a Giulio Ciampini, astronomo vissuto presumibilmente tra il 1623 e il 1699 (l'anno della morte, però, non è certo).
 
Condiscepolo di Gian Domenico Cassini, uno dei maggiori astronomi di tutti i tempi (colui che per primo misurò con accuratezza la distanza Terra-Marte, una grandezza fondamentale in astronomia), di origine quasi sicuramente romana, concluse i suoi studi a Genova, per tornare nell'attuale Capitale d'Italia.
 
La famiglia del Ciampini, probabilmente per motivi politici, aveva raggiunto il territorio di Novi, dove contava, come scritto dallo stesso, "molta quantità di possessioni" e dove Giulio trascorreva il periodo estivo.
 
Ebbe corrispondenze coi maggiori astrologi del tempo: E. Halley, astronomo di eccezionale levatura che predisse, nel 1705, il ritorno per l'anno 1759 della cometa che ora porta il suo nome; J. Flamsteed, matematico regio, membro della Royal Society e primo direttore di Greenwich; Ole Romer, danese, che lavorava con Cassini a Parigi (dove entrambi furono chiamati da Colbert), che per primo, nel 1676, fa una misura misura della velocità della luce.
 
Il meglio della sua produzione scientifica, tuttavia, lo si deve alla collaborazione con Isaac Newton, il che lascia intuire la sua portata come scienziato dell'epoca. Nell'ottica di questa collaborazione, soprattutto negli anni in cui Newton maturava i suoi "Philosophiae naturalis principia mathematica", si devono al Ciampini: la compilazione in grande quantità di tavole astronomiche; la scoperta della nebulosa del Triangolo; la determinazione dei parametri dell'orbita di Venere, Mercurio, Marte e Giove; uno studio sulle macchie solari ed uno sulla luce cinerea lunare; il perfezionamento di tecniche astronomiche per la determinazione delle coordinate terrestri.
 
Verso il 1690, però, la sua produzione scientifica e le sue collaborazioni subiscono una diminuzione notevole, al punto da rendere sempre più rari gli articoli per Newton e da portare a conclusione praticamente tutti i suoi rapporti epistolari con i colleghi, fatta eccezione per quello con Cassini. Con quest'ultimo, però, la trattazione di problemi scientifici è sostituita dalla descrizione di una grave malattia, che gli portava "polso interciso, palpitazioni di cuore e inappetenza estrema". La data della sua morte viene ipotizzata al 1699 in quanto è di quell'anno l'ultima corrispondenza col Cassini, da un non meglio identificato luogo sui colli romani, dove il Ciampini si era ritirato in preda a febbre altissima e col cuore ormai a pezzi.
 
Per ricordare questo grandissimo scienziato, pari dei più grandi della sua epoca, Novi Ligure gli ha intestato una via e, cosa che probabilmente sarebbe risultata ancora più gradita a Ciampini, l'Istituto Tecnico Industriale.